lunedì 25 febbraio 2013










la violenza degli oppressori, che li disumanizza, non instaura un'altra vocazione, quella di "essere di meno". l'essere di meno, come distorsione dell'essere di più, porta gli oppressi a lottare, prima o poi, contro coloro che li hanno resi "di meno". tale lotta ha senso solo quando gli oppressi, cercando di recuperare la loro umanità (il che è un modo di crearla) non si sentono ideologicamente oppressori degli oppressi, e non lo sono, di fatto, ma divengono restauratori dell'umanità degli uni e degli altri. ecco il grande compito umanista e storico degli oppressi: liberare se stessi e i loro oppressori. paulo freire





così ho cenato il 3 febbraio. e fatto cenare. a dire il vero anche pranzare il giorno dopo.
so bene di poter fare meglio. e che il meglio cui io posso pensare può essere superato.
per questo sono felice oggi. perchè forse ho davvero inaugurato una serena e catartica convivenza con la frustrazione.






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