lunedì 2 luglio 2012





"che ragione c'è di continuare a pensare a quello che avremmo o non avremmo potuto fare per controllare il corso che la nostra vita ha preso? è sufficiente che almeno tentiamo di offrire il nostro piccolo contributo a favore di qualcosa di vero e di degno. e se alcuni di noi sono pronti a sacrificare molto, nella propria vita, per perseguire tali aspirazioni, ciò sicuramente rappresenta in sé, quali che siano i risultati che ne derivano, motivo di orgoglio e di felicità" . kazuo ishiguro




oggi, un signore di una certa età mi si è avvicinato e, scusandosi per l'indiscrezione, mi ha chiesto se sono italiana. ora: la versione di me interpellata in quel momento è la versione stoservendodaoreilpranzoadecinedipersonechefesteggianounadunatadomenicaleallalpeggioècaldosperodinonsvenirechenonmisaltinoipuntichehoinboccasperodinonromperenulladinonrovesciarequalcosaaddossoaqualcunoevelocechehaialmenoaltrequattrocosedafareentroiprossimicinqueminutiestaarrivandogente. "sì, sono italiana" "ma originaria di qui?" sorrido "sìsì" "ma dae bande nostre proprio?" (trad. ma proprio delle nostre parti? ) annuisco e finalmente si spiega: mi dice che è strano perché sono gentile e sorrido.





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